Home » Come prevenire l’osteoporosi

In Italia 5 milioni di persone affette da osteoporosi. Il 23% delle donne oltre i 40 anni e il 14% degli uomini con più di 60 anni rischiano rilevanti conseguenze, sia in termini di mortalità che di disabilità motoria. Come si fa a prevenirla? Ne parliamo con Stefano Lello, ginecologo del Dipartimento Salute, Donna e Bambino della Fondazione Policlinico Gemelli di Roma.


PERCHÉ LE OSSA DIVENTANO FRAGILI CON L’AVANZARE DELL’ETÀ?

L’osteoporosi è stata classificata come una malattia sociale dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 1993. L’osteoporosi consiste in una progressiva perdita di massa ossea.

Durante i primi 25-30 anni di vita, costruiamo la nostra massa ossea, ma successivamente inizia un processo di perdita che diventa più rapido, soprattutto nelle donne durante la menopausa.

La mancanza degli ormoni estrogeni, che svolgono un ruolo chiave nella regolazione del tessuto osseo femminile, rende le ossa sempre più fragili e suscettibili a fratture.

COME SI PREVIENE L’OSTEOPOROSI?

La prevenzione dovrebbe iniziare già dall’adolescenza, adottando un’alimentazione adeguata e ricca di calcio, proteine e vitamina D. È importante monitorare i livelli di vitamina D per evitare carenze che potrebbero compromettere l’assorbimento del calcio nelle ossa.

L’attività fisica è altrettanto essenziale per tutta la vita, mentre alcune abitudini alimentari come il fumo e l’eccesso di alcol possono aumentare il rischio di sviluppare l’osteoporosi.

COME AVVIENE LA DIAGNOSI DI OSTEOPOROSI?

La diagnosi di osteoporosi viene effettuata attraverso la densitometria ossea, un esame che valuta la densità ossea della colonna lombare e del femore. In base ai risultati ottenuti, è possibile classificare l’osso come normale, osteopenico, fase precedente all’osteoporosi o osteoporotico.

Oltre alla valutazione della densità ossea, il quadro clinico complessivo del paziente viene preso in considerazione per porre una diagnosi di osteoporosi e valutare il rischio di fratture a 10 anni. Esistono appositi algoritmi che permettono di calcolare in modo affidabile il rischio di frattura e determinare la necessità di interventi preventivi o terapeutici.

QUALI SONO I FATTORI DI RISCHIO PER L’OSTEOPOROSI?

I fattori di rischio per lo sviluppo dell’osteoporosi includono la familiarità, ovvero avere un genitore con una frattura di femore, che rappresenta un potente fattore di rischio. Altri fattori di rischio sono l’uso di farmaci come il cortisone, il fumo, l’eccesso di alcol e la magrezza eccessiva.

Tuttavia, è importante notare che un certo grado di sovrappeso può offrire una certa protezione contro l’osteoporosi. Inoltre, l’osteoporosi secondaria, causata da condizioni cliniche come il malassorbimento intestinale, può comportare una carenza di calcio, proteine e altre sostanze essenziali per la salute delle ossa.

QUANDO È CONSIGLIABILE EFFETTUARE DEI CONTROLLI?

Secondo le linee guida tradizionali, la densitometria ossea viene consigliata a partire dai 65 anni in assenza di particolari fattori di rischio.

Tuttavia, è evidente che l’età per sottoporsi a tale esame può essere anticipata in presenza di fattori di rischio specifici, come una storia familiare di fratture, l’uso di farmaci che possono indurre l’osteoporosi o condizioni come il malassorbimento intestinale.

Pertanto, è fondamentale prestare attenzione ai fattori di rischio individuali e consultare il medico curante per valutare la necessità di una diagnosi precoce.

COME PREVENIRE L’OSTEOPOROSI CON L’ALIMENTAZIONE?

L’osteoporosi può essere prevenuta adottando uno stile di vita sano, includendo un’alimentazione equilibrata, ricca di fosforo, calcio e vitamina D.

Per questo motivo gli esperti consigliano di consumare latte e derivati ma anche pesce, legumi, come i fagioli e i ceci che hanno un elevato contenuto di questo prezioso minerale, cereali integrali, verdure a foglia larga, come il cavolo, la frutta secca, come le noci e le mandorle, e la frutta fresca, come le arance.

Per prevenire l’osteoporosi, infatti, occorre che una buona percentuale di calcio assunto con la dieta derivi anche da alimenti vegetali.

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