Home » Covid-19, report: “Ricoveri in calo. 4 regioni a rischio alto”
Covid-19. Dal Ministero della Salute e dall’Istituto Superiore di Sanità i dati del monitoraggio delle Regioni relativi al periodo tra il 6 e il 12 marzo 2023. Il commento del Prof. Giovanni Rezza, Direttore generale della Prevenzione del Ministero della Salute.

REPORT COVID-19: IL COMMENTO DEL PROF. GIOVANNI REZZA

Questa settimana si assiste ad un ulteriore lieve diminuzione dell’incidenza di casi di Covid-19 nel nostro Paese e il tasso di incidenza si fissa a 40 casi per 100.000 abitanti. Anche l’Rt tende leggermente a scendere, siamo a 0,94, quindi al di sotto della soglia epidemica. Il tasso di occupazione dei posti di area medica e di Terapia Intensiva è rispettivamente al 4,3% e all’1%, quindi diminuisce ulteriormente il tasso di occupazione dei posti di area medica, mentre resta stabile a bassi livelli la Terapia Intensiva. Quindi la situazione epidemiologica sembra evolvere in senso positivo e l’impatto clinico appare essere molto basso“.

Lo afferma il Direttore generale della Prevenzione del Ministero della Salute, Giovanni Rezza, commentando i dati del monitoraggio Covid-19 sullo stato epidemiologico nelle regioni d’Italia.


Punti chiave:

Si riporta una analisi dei dati relativi al periodo 06 marzo – 12 marzo 2023 ai sensi del DM Salute 30 aprile 2020 e del periodo 10 – 16 marzo 2023* sulla base dei dati aggregati raccolti dal Ministero della Salute. Per i tempi che intercorrono tra l’esposizione al patogeno e lo sviluppo di sintomi e tra questi e la diagnosi e successiva notifica, verosimilmente molti dei casi notificati hanno contratto l’infezione nella seconda metà di febbraio 2023.

* In merito all’andamento della situazione epidemiologica da Covid-19 (link bollettino) si specifica che nella settimana 10-16 marzo 2023 si registrano:
23.730 nuovi casi positivi con una variazione di -1,1% rispetto alla settimana precedente (n: 23.988)
212 deceduti con una variazione di -1,9% rispetto alla settimana precedente (n: 216)
452.747 tamponi con una variazione di -5,3% rispetto alla settimana precedente (n: 477.908)
Tasso di positività del 5,2% con una variazione di +0,2% rispetto alla settimana precedente (5,0%)


Incidenza stabile: I dati del flusso ISS nel periodo 6/3/2023-12/3/2023 mostrano una incidenza stabile (38 per 100.000 abitanti) rispetto alla settimana precedente che era 38 per 100.000 abitanti nel periodo 27/2/2023-5/3/2023. Anche nel periodo più recente censito dai dati aggregati raccolti dal Ministero della Salute l’incidenza è stabile (40 nel periodo 10/3–16/3/2023 vs 41 nel periodo 3/3–9/3/2023).

La fascia di età che registra il più alto tasso di incidenza settimanale per 100.000 abitanti è la fascia d’età 90+ anni con un’incidenza pari a 77 casi per 100.000 abitanti, in lieve diminuzione rispetto alla settimana precedente. L’incidenza è sostanzialmente stabile in tutte le altre fasce d’età. L’età mediana alla diagnosi è di 55 anni, in lieve aumento rispetto alle settimane precedenti (dati flusso ISS).

Nel periodo 22 febbraio-07 marzo 2023, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 0,94 (range 0,85-1,09), in lieve diminuzione rispetto alla settimana precedente e sotto la soglia epidemica. L’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero è stabile e sotto la soglia epidemica: Rt=0,87 (0,82-0,92) al 07/03/2023 vs Rt=0,85 (0,81-0,90) al 28/2/2023. Per dettagli sulle modalità di calcolo ed interpretazione dell’Rt riportato si rimanda all’approfondimento disponibile sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità.

Stabile il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva a livello nazionale: il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva calcolato ai sensi del DM 30 aprile 2020 si situa all’1,1% (97/9.145) il giorno 14/3/2023, rispetto all’1,3% (116/9.148) il giorno 7/3/2023. Il numero di persone ricoverate in queste aree è in diminuzione passando da 116 (7/3/2023) a 97 (14/3/2023), con una diminuzione relativa del 16,4%. È stabile il tasso di occupazione calcolato dal Ministero della Salute ai sensi del DL 105/2021 relativo ad una data di poco successiva (16 marzo 2023) che era pari a 1,0% vs 1,0% al 9 marzo 2023.

In lieve diminuzione il tasso di occupazione in aree mediche COVID-19 a livello nazionale: era al 4,4% (2.811/63.445) il giorno 14/3/2023, rispetto al 4,9% (3.107/63.477) il giorno 7/3/2023. Il numero di persone ricoverate in queste aree è in diminuzione da 3.107 (7/3/2023) a 2.811 (14/3/2023) con una diminuzione relativa del 9,5%. In diminuzione anche il tasso di occupazione calcolato dal Ministero della Salute ai fini degli indicatori decisionali ai sensi del DL 105/2021 relativi ad una data di poco successiva (16 marzo 2023) che è pari al 4,3% vs 4,7% al 9 marzo 2023.

Quattro Regioni/PPAA sono classificate a rischio alto ai sensi del DM del 30 aprile 2020 a causa di molteplici allerte di resilienza. Nove sono a rischio moderato e otto classificate a rischio basso. Quindici Regioni/PPAA riportano almeno una allerta di resilienza. Sette Regioni/PPAA riportano molteplici allerte di resilienza.

L’incidenza di nuovi casi identificati e segnalati con infezione da SARS-CoV-2 in Italia è stabile rispetto alla precedente settimana di monitoraggio. È in lieve diminuzione l’impatto sugli ospedali con tasso di occupazione dei posti letto in diminuzione nelle aree mediche e stabile nelle terapie intensive.

Si ribadisce la necessità di continuare ad adottare le misure comportamentali individuali e collettive previste e/o raccomandate, l’uso della mascherina, aereazione dei locali, igiene delle mani e ponendo attenzione alle situazioni di assembramento.

L’elevata copertura vaccinale, il completamento dei cicli di vaccinazione ed il mantenimento di una elevata risposta immunitaria attraverso la dose di richiamo, con particolare riguardo alle categorie indicate dalle disposizioni ministeriali, rappresentano strumenti necessari a mitigare l’impatto clinico dell’epidemia. Si sottolinea l’importanza dei richiami vaccinali negli anziani e nei gruppi di popolazione più fragili, anche considerando la progressiva riduzione dell’effetto protettivo contro l’infezione per SARS-CoV-2 con il passare del tempo, sia dall’infezione pregressa che dalla vaccinazione.

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