Home » Donne e carcere: maggiore rischio di contrarre l’epatite C

Su 156 donne detenute la prevalenza di Epatite C ha riguardato il 20,5%, una cifra due volte superiore rispetto al 10,4% del genere maschile del campione di uno studio realizzato da “ROSE”. Ne parliamo con Vito Fiore, l’infettivologo dirigente di Malattie Infettive e Tropicali dell’Università di Sassari.


COS’È L’EPATITE C?

È un’infezione virale che può avere conseguenze significative per la salute. Conosciuta anche come HCV, Hepatitis C Virus, colpisce principalmente il fegato e può portare a gravi complicanze se non viene trattata adeguatamente. In questo articolo, esploreremo i sintomi, le complicanze e i metodi di diagnosi dell’epatite C, fornendo una panoramica completa sulla malattia.

QUALI SONO I SINTOMI DELL’EPATITE C?

I sintomi dell’epatite C possono variare da lievi a gravi, ma spesso possono passare inosservati o essere confusi con altre condizioni. Alcuni dei sintomi comuni includono:

  • Affaticamento persistente;
  • dolore addominale;
  • nausea e perdita di appetito;
  • febbre;
  • ittero, ossia ingiallimento della pelle e degli occhi.

È importante notare che molte persone infette non manifestano sintomi evidenti, il che rende ancora più cruciale la diagnosi precoce.

QUALI SONO LE COMPLICANZE DELL’EPATITE C SE NON CURATA?

L’epatite C cronica può causare danni progressivi al fegato nel corso del tempo. L’80% dei pazienti con infezione cronica sviluppa fibrosi epatica, ovvero cicatrici che si formano all’interno del fegato.

In questa condizione il tessuto epatico sano viene sostituito da tessuto cicatriziale, compromettendo la funzione del fegato. Inoltre, la cirrosi epatica aumenta il rischio di altre complicanze, come l’insufficienza epatica, l’ipertensione portale e lo sviluppo di epatocarcinoma.

COME AVVIENE LA DIAGNOSI DELL’EPATITE C?

La diagnosi precoce dell’epatite C è fondamentale per prevenire danni al fegato e le complicanze associate. I test diagnostici includono:

  • Test anticorpali: rilevano la presenza di anticorpi specifici contro il virus dell’epatite C nel sangue.
  • Test dell’RNA virale: confermano la presenza dell’infezione attiva misurando la quantità di RNA virale nel sangue.

IN COSA CONSISTE IL TRATTAMENTO DELL’EPATITE C?

La terapia dell’epatite C viene personalizzata in base alle caratteristiche individuali del paziente, come il genotipo del virus, la presenza di complicanze e lo stato di salute generale.

Fortunatamente, negli ultimi anni sono stati sviluppati farmaci altamente efficaci per il trattamento dell’epatite C. Questi nuovi farmaci antivirali ad azione diretta  hanno una elevata percentuale di successo nel sopprimere il virus e prevenire danni futuri al fegato.

QUAL È LA SITUAZIONE DELLE DONNE NELLE CARCERI ITALIANE?

Le donne costituiscono una minoranza all’interno della popolazione carceraria, rappresentando meno del 5% del totale. Tuttavia, sono esposte a una serie di fattori di rischio che le rendono più vulnerabili all’infezione da epatite C.

I reati per i quali le donne vengono incarcerate, come la prostituzione e l’uso di droghe, sono spesso correlati all’esposizione a comportamenti a rischio per l’infezione.

IN COSA CONSISTE LO STUDIO ROSE?

Il programma ROSE ha coinvolto 156 donne detenute, creando una rete di collaborazione con esperti di infettivologia per effettuare il test per l’epatite C. I risultati preliminari hanno rivelato una prevalenza degli anticorpi per l’epatite C circa due volte superiore rispetto ad altri studi condotti in Italia su gruppi simili di donne detenute.

Inoltre, la maggior parte di queste donne presentava un’infezione attiva, richiedendo quindi un trattamento immediato.

COSA HANNO EVIDENZIATO QUESTI DATI?

Questi dati evidenziano la necessità di sviluppare strategie mirate per prevenire, diagnosticare precocemente e trattare l’epatite C nelle donne detenute. Ciò implica l’implementazione di programmi di screening regolari, l’accesso ai test diagnostici e l’offerta di cure appropriate all’interno delle strutture carcerarie.

Inoltre, è fondamentale sensibilizzare il personale penitenziario e il personale sanitario sulle specifiche esigenze delle donne detenute e fornire un supporto adeguato per garantire un trattamento completo e una gestione efficace dell’epatite C.

PREVALENZA DI EPATITE C NELLE DONNE DETENUTE

Studi condotti su donne detenute hanno evidenziato una prevalenza significativamente più elevata di anticorpi per l’epatite C rispetto ad altri gruppi di studio. In alcuni casi, la prevalenza degli anticorpi era circa due volte superiore rispetto ad altri studi condotti in Italia. È importante sottolineare che molte di queste donne presentavano un’infezione attiva e richiedevano un trattamento adeguato.

QUANTO È IMPORTANTE LA DIAGNOSI PRECOCE?

Per affrontare efficacemente la diffusione dell’epatite C nelle carceri, è fondamentale adottare strategie di prevenzione e garantire una diagnosi precoce. Ciò richiede l’implementazione di programmi di screening regolari e l’accesso ai test per l’epatite C all’interno delle strutture carcerarie.

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