Home » Epilessia e gravidanza: diventare mamma non è rischioso

Oltre il 90% delle donne con epilessia ha un esito felice della gravidanza. La Lega Italiana Contro l’Epilessia dice: “Questa condizione non è più motivo di rinunciare a diventare mamme”. Ne parliamo con Barbara Mostacci, responsabile Commissione Epilessia della LICE, Lega Italiana Contro l’Epilessia.


EPILESSIA E GRAVIDANZA: È VERO CHE È PIÙ DIFFICILE LA GRAVIDANZA IN PRESENZA DI EPILESSIA?

Quando si tratta di donne con epilessia che desiderano diventare mamme, il percorso può essere leggermente più complesso rispetto alla media. La possibilità di incontrare sfide legate all’infertilità e al rischio di malformazioni congenite può destare preoccupazione. Tuttavia, basandoci su recenti scoperte scientifiche e sull’esperienza clinica, possiamo offrire rassicurazioni significative.

Tuttavia, è fondamentale considerare i fattori che influenzano questi dati. È emerso che il numero inferiore di figli tra le donne con epilessia può riflettere una minore propensione ad avere bambini per timori legati alla malattia stessa o ad altri disturbi connessi, che possono rendere la gravidanza meno probabile. Gli studi più recenti condotti su donne con epilessia che cercavano una gravidanza non hanno rilevato differenze significative rispetto alle donne senza epilessia. Pertanto, una volta considerati questi fattori, non sembra esserci un aumento consistente e reale dell’infertilità nelle donne con epilessia.

QUALI CONSIGLI POSSIAMO DARE ALLE NEO MAMME?

Quando si tratta di donne con epilessia che desiderano diventare mamme, ci sono alcune importanti considerazioni da tenere a mente per garantire una gravidanza sicura. Data la leggera aumentata possibilità di rischio malformativo e la gestione più complessa della terapia durante la gravidanza, ecco alcuni consigli preziosi per le future mamme.

  1. Pianificare la gravidanza: è fondamentale per tutte le donne, ma ancora di più per le donne con epilessia. Questo consente di iniziare ad assumere acido folico, una vitamina protettiva che aiuta a prevenire alcune malformazioni congenite. Inoltre, ti offre l’opportunità di essere adeguatamente informata su tutte le questioni legate alla gravidanza e di apportare eventuali modifiche alla terapia prima di concepire, per rendere l’esperienza ancora più sicura.
  2. Consultare un medico esperto: è essenziale consultare un medico specialista in epilessia durante la pianificazione della gravidanza e durante tutto il percorso gestazionale. Saranno in grado di fornire le informazioni più aggiornate sulla gestione della tua condizione e consigliarti sulle modifiche terapeutiche che potrebbero essere necessarie.
  3. Valuta il rischio di ricorrenza: è importante capire che il rischio di trasmissione dell’epilessia da uno dei genitori al bambino dipende dalla causa sottostante della malattia. In alcuni casi, la componente genetica è nota e il rischio di ricorrenza può essere valutato caso per caso. Tuttavia, nella maggior parte dei casi, il rischio complessivo rimane inferiore al 10%. Consultare il tuo medico per una valutazione più dettagliata sulla tua situazione specifica.
  4. Continuare la terapia antiepilettica: Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, interrompere la terapia antiepilettica durante la gravidanza comporta un rischio maggiore rispetto alla continua assunzione dei farmaci. Le crisi epilettiche, in particolare quelle più gravi, possono mettere a rischio sia te che il tuo bambino. Tuttavia, ci sono situazioni in cui la sospensione della terapia può essere considerata, ma è una decisione che deve essere presa insieme al tuo neurologo.
  5. Parto naturale con analgesia epidurale: la maggior parte degli esperti e dei medici consiglia un parto naturale alle donne con epilessia, a meno che non ci siano indicazioni ostetriche per un cesareo. L’analgesia epidurale può essere utilizzata per alleviare il dolore durante il travaglio e ridurre lo stress, che potrebbe contribuire ad evitare eventuali crisi durante il lavoro di parto. In casi in cui ci siano state crisi frequenti nel mese precedente alla nascita, il medico potrebbe consigliare un cesareo.
  6. Allattamento al seno: In generale, l’allattamento al seno è sicuro per le donne con epilessia che assumono farmaci antiepilettici. Anche se alcuni farmaci possono passare nel latte materno, gli studi dimostrano che l’esposizione è generalmente innocua per il bambino. L’allattamento al seno offre molti benefici per la madre e il bambino, inclusi il legame affettivo e il supporto alla crescita e allo sviluppo. Se il bambino mostra difficoltà nell’attaccarsi al seno, può essere necessario integrare con un po’ di latte artificiale.

QUALI CONSIGLI INVECE DURANTE IL PERIODO DI CRESCITA DEL BAMBINO?

Sicuramente continuare con la terapia. È fondamentale mantenere la terapia antiepilettica prescritta anche dopo la nascita del bambino. Non interrompere mai i farmaci senza prima consultare il medico, poiché potrebbe aumentare il rischio di crisi epilettiche.

Priorità al sonno. La privazione del sonno infatti può aumentare il rischio di crisi epilettiche, quindi è importante che la mamma con epilessia ottenga un adeguato riposo. È utile coinvolgere la famiglia o il partner per fornire sostegno e aiuto con le responsabilità del bambino in modo da consentire alla mamma di dormire a sufficienza.

Prendere delle precauzioni durante le attività per il periodo postpartum e nei primi mesi di vita del bambino, è consigliabile adottare alcune precauzioni per ridurre i rischi associati alle crisi epilettiche. Ad esempio, fare il bagno del bambino in compagnia di un altro adulto può garantire una maggiore sicurezza nel caso in cui la mamma dovesse avere una crisi. Utilizzare fasciatoi che possono essere posizionati sul letto con superfici morbide può aiutare a prevenire eventuali traumi in caso di caduta.

Evitare situazioni a rischio soprattutto durante il periodo iniziale, evitare situazioni in cui la perdita di coscienza potrebbe mettere il bambino a rischio. Ad esempio, evita di portare il bambino in una fascia o sling, preferendo invece la carrozzina come opzione più sicura. È importante prendere precauzioni extra per garantire la sicurezza del bambino durante le attività quotidiane.

È fondamentale avere il supporto della famiglia e del partner durante questo periodo. Possono aiutare nelle attività quotidiane del bambino, consentendo alla mamma di gestire meglio la sua condizione e garantendo un ambiente sicuro per il bambino.

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