Home » L’asma nei pazienti anziani

Nel corso dell’intervista con il Prof. Nicola Scichilone, Direttore UOC Pneumologia Policlinico Giaccone Palermo, è stato affrontato il tema dell’asma nell’anziano, una condizione spesso sottovalutata ma tutt’altro che rara.

L’asma è una patologia infiammatoria cronica delle vie aeree che può colpire persone di ogni età, inclusi gli over 65, con manifestazioni talvolta molto diverse rispetto a quelle osservate nei soggetti più giovani. Uno dei primi aspetti messi in evidenza è che l’asma non è solo una malattia dei bambini o dei giovani adulti: può comparire per la prima volta anche in età avanzata, oppure essere presente da tempo ma diagnosticata solo tardi, perché i sintomi vengono confusi con quelli di altre patologie respiratorie, come la bronchite cronica o la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO). Questo rende la diagnosi nell’anziano più difficile e spesso ritardata.

Con l’invecchiamento, inoltre, il polmone perde parte della sua elasticità e capacità funzionale, e l’organismo diventa generalmente più vulnerabile. Questo può mascherare o modificare la presentazione clinica dell’asma. Sintomi come la tosse persistente, il respiro sibilante, la sensazione di costrizione toracica o la difficoltà respiratoria possono essere attribuiti ad altre cause, e per questo trascurati. Nel paziente anziano l’asma si presenta spesso in una forma non allergica, meno tipica, ma comunque seria. Ecco perché è fondamentale non dare per scontato che un sintomo respiratorio sia “solo l’età” o una conseguenza del fumo, ma indagare accuratamente con una visita specialistica e una spirometria, quando possibile.

Un tema centrale dell’intervista è stato quello della gestione terapeutica, che resta basata sull’uso di farmaci per via inalatoria. Tuttavia, qui emergono delle criticità importanti: molti anziani fanno fatica a utilizzare correttamente l’inalatore a causa di problemi di vista, deficit cognitivi, artrosi o semplicemente per la complessità dei dispositivi stessi. Il risultato è una scarsa aderenza alla terapia, che compromette l’efficacia del trattamento. Per questo è stato sottolineato il ruolo decisivo dell’educazione del paziente e del caregiver, affinché l’utilizzo dei farmaci avvenga nel modo giusto.

Un’altra difficoltà è rappresentata dalle comorbidità: molti anziani assumono più farmaci per altre patologie croniche (cuore, pressione, diabete, ecc.) e ciò può causare interazioni o complicazioni. Inoltre, il metabolismo dei farmaci cambia con l’età, per cui anche dosaggi abituali possono risultare eccessivi o inadeguati. Durante l’intervista è stato inoltre evidenziato come alcune condizioni associate, come la rinite, il reflusso gastroesofageo, l’ipertrofia dei turbinati nasali o le apnee notturne, possano peggiorare o riattivare l’asma.

È quindi importante tenerle presenti nella valutazione clinica. In chiusura, è stato lanciato un messaggio chiaro: l’asma si può e si deve gestire anche in età avanzata, ma serve attenzione, tempestività e un supporto a 360 gradi. La collaborazione tra medico, paziente e familiari è essenziale per riconoscere i sintomi, usare correttamente i dispositivi e ridurre al minimo le riacutizzazioni. Un invito, infine, a non trascurare segnali come tosse cronica, fiato corto o affaticamento, perché potrebbero essere spie di un’asma non diagnosticata.

Aggiungi un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Canali 15 del DGTV in Sicilia

Pubblicità

Seguici sui Social