Home » Malattie del sangue: farmaci non farmaci allontanano la chemio e combattono le ricadute
Confronto a Palermo tra esperti di malattie del sangue, dove si è discusso dei nuovi farmaci non farmaci in grado di allontanare la chemioterapia. Si tratta dell’immunoterapia con anticorpi speciali, bispecifi, e Car-T, e l’inserimento nel prontuario terapeutico di queste nuove soluzioni.

Si è conclusa a Villa Magnisi, sede dell’Ordine dei Medici di Palermo, la due giorni che ha coinvolto centinaia di esperti di malattie del sangue, ematologi, biologi e medici di medicina trasfusionale, di tutta Italia. L’incontro denominato Attualità e prospettive in Ematologia 2023, giunto alla sua ventunesima edizione, ha affrontato tra i tanti temi, quello dei nuovi farmaci non farmaci in grado di allontanare terapie più impattanti come la chemioterapia.

Si tratta dell’immunoterapia con anticorpi speciali, bispecifi, e Car-T, e l’inserimento nel prontuario terapeutico di queste nuove soluzioni che sconvolgono il programma, fino ad ora, seguito per i pazienti affetti da malattie oncoematologiche, linfomi, leucemie acute e mieloma multiplo.

 

GLI ANTICORPI MONOCLONALI PER LE RICADUTE DELLA MALATTIA

«L’obiettivo di questo incontro – spiega il Prof. Maurizio Musso, responsabile scientifico dell’evento e direttore dell’Unità operativa di Oncologia e trapianto di midollo osseo a La Maddalena di Palermo – è di un fitto confronto tra studiosi e opinion leader per dare indicazioni e condivisioni per l’applicazione di questi presidi di cura, molto efficaci ma anche molto costosi, per i quali occorre una pianificazione”.

“Le malattie del sangue sono rare, – continua il Prof. Musso – rappresentano soltanto l’8-10% ma sono quelle più frequentemente caratterizzate da una ripresa della malattia. Gli anticorpi monoclonali, terapia intelligente che colpisce solo il tumore, per l’esperienza consolidata degli studi clinici, sono indicati proprio per pazienti in ricaduta, invece delle più aggressive chemioterapie, dando grandi possibilità di cura e lunghe sopravvivenze. Tutto ciò è un successo della medicina dovuto alla ingegnerizzazione degli anticorpi e delle cellule T immunocompetenti».

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