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Papilloma Virus Umano o HPV: attenzione alla tipologia

L’infezione che deriva dal Papilloma Virus Umano o Human Papilloma Virus è molto diffusa e può essere implicato in alcune tipologie di tumore. Vediamo di cosa si tratta.

200 TIPOLOGIE DI PAPILLOMA VIRUS

In caso di infezione umana si contano circa 200 tipologie diverse di Papilloma Virus, di questi circa 40 infettano l’area ano-genitale.

Sebbene nella maggior parte delle volte, l’infezione sia associata a lesioni benigne derivate da “tipologie a basso rischio oncogeno”, in alcuni casi può associarsi a “tipologie ad alto rischio”, responsabili di lesioni di alto grado e carcinoma invasivo.

LE FORME TUMORALI

La neoplasia che dipende totalmente da queste tipologie è il tumore della cervice uterina, la presenza del virus però è stata dimostrata anche in altre forme tumorali, come quelle: della vulva, della vagina, dell’ano, del pene, del cavo orale e dell’orofaringe.

CAUSE E SINTOMI

Nella maggior parte delle volte, l’infezione da Papilloma Virus è passeggera e non presenta sintomi. Dei ceppi a basso rischio, i sierotipi 6 e 11 sono responsabili da soli di circa il 90% delle verruche genitali o lesioni benigne come i condilomi genitali.

Dei 12 ceppi classificati ad alto rischio, due (HPV 16 e 18) si sono rivelati i principali responsabili dell’evoluzione tumorale dell’infezione. Nel caso di infezione cronica, la lesione tumorale si sviluppa, in genere, tra i 7-15 anni dal contagio.

LE TIPOLIGIE A BASSO ED ALTO RISCHIO DI PAPILLOMA VIRUS

Ad oggi non esiste una cura contro questo virus ma un vaccino che lo previene sì. In base alla tendenza di alcuni microorganismi e farmaci a localizzarsi o accumularsi prevalentemente in alcuni siti piuttosto che in altri, i Papilloma Virus di suddividono in 2 categorie: HPV cutanei e HPV mucosali.

I primi si manifestano sotto forma di verruche comuni o volgari, localizzate soprattutto a livello delle mani e dei piedi. I secondi sono responsabili delle lesioni del tratto ano-genitale sia maschili che femminili. Quelli appartenenti ai sierotipi a basso rischio portano alla formazione di condilomi o verruche benigne, generalmente innocue, che possono provocare prurito e dolore ma non si sviluppano in una forma tumorale.

Le tipologie ad alto rischio sono riscontrate in lesioni squamose che possono progredire verso il carcinoma, con manifestazioni generalmente non rilevabili ad occhio nudo, asintomatiche oppure così lievi da passare inosservate. Man mano che l’infezione progredisce e si evolve in forma tumorale possono manifestarsi questi sintomi: fastidio o dolore durante i rapporti sessuali, perdite ematiche dopo i rapporti, fuori dal periodo mestruale o dopo la menopausa, perdite vaginali a volte acquose e maleodoranti.

PREVENZIONE

Proprio per questo individuare in tempo un’infezione da HPV è importante. Per farlo, in Italia, si può ricorrere al Pap test, totalmente gratuito, per le donne di età compresa tra i tra i 25 e i 65 anni o l’HPV test, capace di individuare la presenza di Dna di virus oncogeno nei tessuti della cervice uterina.

I test vanno ripetuti a distanza di qualche anno, anche se negativi. Se positivi, invece, non devono necessariamente associarsi ad una forma tumorale. In alcuni casi, il medico prescrive una colposcopia, un esame che permette di visualizzare eventuali alterazioni del tessuto della cervice uterina e se necessario, prescrive una biopsia mirata.

Ricordiamo che il 60-90% delle infezioni da HPV, incluse quelle da sierotipi ad alto rischio, si risolve spontaneamente entro 1-2 anni dal contagio.

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