Home » Policlinico Catania, un progetto per l’artrite idiopatica giovanile

Individuare la terapia più appropriata per curare l’Artrite Idiopatica Giovanile e raggiungere uno stato di malattia inattiva nel più breve tempo possibile. Lo prevede uno studio dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico “Rodolico-San Marco” di Catania. Ne parliamo con Patrizia Barone, responsabile del Centro di Riferimento Regionale per la Prevenzione, Diagnosi e Cura delle Malattie Rare Reumatologiche del bambino dell’Unità di Broncopneumologia Pediatrica del Policlinico.


COS’È L’ARTRITE IDIOPATICA GIOVANILE E QUANTO È DIFFUSA?

L’Artrite Idiopatica Giovanile (AIG) è una malattia cronica che colpisce le articolazioni di bambini e adolescenti, solitamente prima dei 16 anni. La malattia è caratterizzata da infiammazione articolare che dura per almeno 6 settimane consecutive nella stessa, o nelle stesse, articolazioni. Secondo gli studi epidemiologici, l’AIG è la malattia cronica più frequente dopo il diabete giovanile, ma ancora troppo spesso si è portati a pensare che il dolore articolare sia appannaggio dell’età adulta.

QUALI SONO I SINTOMI DELL’ARTRITE IDIOPATICA GIOVANILE?

Il dolore articolare è il sintomo prevalente dell’AIG, vissuto dal 15% dei pazienti con una durata superiore alle 6 settimane. I bambini con AIG presentano tipicamente gonfiore, rigidità, tumefazione, versamento, dolore e indolenzimento articolare, ma in alcuni bambini non è presente il dolore. Le manifestazioni articolari possono essere simmetriche o asimmetriche, e coinvolgere le piccole o le grandi articolazioni.

Il dolore insorge soprattutto al mattino, la rigidità articolare mattutina però prevale sul dolore. Anche il genitore se ne può rendere conto, l’articolazione appare tumefatta. Vi è la comparsa di alcuni segni sistemici: febbre, aumento delle linfoghiandole aumento delle dimensioni di fegato e milza.

COME SI FA LA DIAGNOSI DI ARTRITE IDIOPATICA GIOVANILE?

La diagnosi di AIG avviene per esclusione. Gli esami utili sono:

  • la ricerca degli anticorpi antinucleo “ANA”, frequentemente positivi nei bambini con AIG, soprattutto oligoarticolare;
  • la ricerca del fattore reumatoide o “Reuma-test” e degli anticorpi anti-peptidi citrullinati che va eseguita solo in pazienti con interessamento poliarticolare, vale a dire di molte articolazioni;
  • l’ecografia articolare permette di evidenziare la presenza di liquido all’interno dell’articolazione, normalmente poco visibile e l’ispessimento della sinovia, tessuto che riveste molte articolazioni e le guaine dei tendini;
  • la risonanza magnetica con mezzo di contrasto, solo in casi selezionati e l’esame del segmento anteriore dell’occhio con lampada a fessura per evidenziare un’eventuale uveite anteriore cronica.

COME SI CURA?

Il primo passo per la cura dell’artrite idiopatica giovanile è quello di mandare subito in remissione e il più velocemente possibile i sintomi. Di guarigione non possiamo parlare, di remissione assolutamente sì. Possiamo farlo attraverso i fans e gli altri farmaci non steroidei ma questi sono più sintomatici che altro.

Poi occorre passare all’utilizzo delle infiltrazioni articolari, ai farmaci di secondo livello, ai farmaci immunosoppressori, al cortisone per breve tempo e infine possiamo passare ai farmaci di ultima generazione. Nel 2001 è avvenuta la scoperta del primo biotecnologico che inibisce specificamente le molecole che generano l’infiammazione. Si comincia con un atteggiamento step – by step, con una terapia personalizzata.

QUALI CONSIGLI SEGUIRE DURANTE LA TERAPIA?

Quanto più rapidamente si raggiunge la remissione completa e continua dei sintomi, maggiori sono le probabilità di non avere riacutizzazioni dell’artrite idiopatica giovanile e di non presentare esiti articolari o extra – articolari che permangono nel tempo.

In tutti i casi è molto importante fare attività fisica e seguire una corretta alimentazione evitando prodotti ultra-elaborati come fast food, cereali e prodotti da forno quando sono ricchi di zuccheri aggiunti, conservanti, carni rosse, bevande gasate e altri ingredienti potenzialmente infiammatori, che possono peggiorare i sintomi. Durante la fase attiva della malattia è bene evitare di sovraccaricare le articolazioni infiammate. A volte è indicato seguire programmi specifici di fisioterapia.

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