Nella cura dello scompenso cardiaco ci vuole collaborazione. Che succede se i medici ospedalieri e quelli territoriali non agiscono in un modello integrato? Parleremo di questo e parleremo degli aggiornamenti terapeutici in questo ambito. Lo facciamo con Franco Clemenza, cardiologo e presidente dell’associazione Avicenna.
COS’È L’INSUFFICIENZA CARDIACA?
L‘insufficienza cardiaca è una patologia cronica che colpisce milioni di persone in tutto il mondo, con un impatto significativo sulla qualità della vita dei pazienti e sul sistema sanitario. In Italia, come in molti altri paesi occidentali, l’insufficienza cardiaca rappresenta la patologia prevalente e richiede risposte efficaci e personalizzate da parte delle organizzazioni sanitarie.
QUALI SONO I BISOGNI DEI PAZIENTI CON SCOMPENSO CARDIACO?
Lo scompenso cardiaco è una patologia cronica che non guarisce e che richiede una gestione continua e attenta da parte dei medici e delle strutture sanitarie, sia ospedaliere che territoriali. I pazienti possono manifestare una serie di sintomi che limitano la loro capacità di svolgere attività fisica e possono andare incontro a episodi acuti di scompenso cardiaco, che richiedono spesso il ricovero in ospedale.
Il punto fondamentale per garantire la qualità della vita dei pazienti affetti da insufficienza cardiaca è la prevenzione di questi episodi acuti, che dovrebbe essere una precisa responsabilità delle strutture assistenziali territoriali. Inoltre, i bisogni dei pazienti sono molteplici e duraturi nel tempo, e richiedono un trattamento continuo, accurato e personalizzato, che tenga conto delle diverse fasi cliniche e delle esigenze del singolo paziente.
SCOMPENSO CARDIACO: L’IMPORTANZA DELLE CURE TERRITORIALI
Come affermato da molti cardiologi, in passato si è parlato molto di come dovrebbe essere l’assistenza per i pazienti con scompenso cardiaco, ma ciò che manca è l’articolazione e la pratica quotidiana dell’assistenza stessa. Molti pazienti, infatti, non hanno trovato strutture in cui essere assistiti e quindi si rivolgono spesso agli ospedali.
Tuttavia, gli ospedali dovrebbero essere riservati solo ai pazienti che necessitano di maggior impegno clinico e tecnologico, mentre per la prevenzione delle fasi meno critiche, sarebbero necessarie strutture più semplici. Purtroppo, questa situazione è emersa ancor prima della pandemia e comporta un utilizzo improprio delle risorse, con lunghe attese per esami e visite per pazienti che potrebbero essere curati in strutture più semplici.
SCOMPENSO CARDIACO: COME SONO ORGANIZZATE LE CURE DA NORD A SUD?
Il sistema regionale italiano prevede una cura diversa per le diverse regioni, con differenze notevoli a seconda delle zone. Questo comporta che alcuni pazienti non ricevono le cure territoriali adeguate per le loro necessità, e questo è un problema che va risolto. La fase della pandemia ha comportato un ripensamento dell’organizzazione sanitaria, ma anche un’ulteriore crisi per le strutture territoriali che già presentavano alcune limitazioni.
Tuttavia, questa fase potrebbe ancora essere un’occasione per ricostruire nuovi modelli di assistenza territoriale per le patologie croniche come il scompenso cardiaco. Purtroppo, il sistema sanitario italiano, come molti altri in Europa e nel mondo, è in crisi e richiede interventi urgenti per garantire la giusta assistenza ai pazienti affetti da scompenso cardiaco.
QUALI SONO LE NOVITÀ TERAPEUTICHE SULLO SCOMPENSO CARDIACO?
Lo scompenso cardiaco cronico è una malattia che da decenni ha causato una prognosi infausta nei pazienti affetti, ma negli ultimi anni ci sono state importanti novità terapeutiche sia farmacologiche e non che hanno radicalmente cambiato il panorama.
Oggi siamo in grado di migliorare la prognosi e la qualità di vita della maggioranza dei pazienti con insufficienza cardiaca e di ridurre l’ospedalizzazione, che rappresenta anche un problema economico e organizzativo. Tuttavia, per tradurre in pratica questa possibilità è necessario ridisegnare il percorso terapeutico e diagnostico del paziente, che deve essere seguito nelle strutture giuste e nei tempi giusti.
QUALI SONO I FARMACI A DISPOSIZIONE?
I farmaci di nuova generazione disponibili sono efficaci anche nelle fasi precoci della malattia e possono garantire maggiori risultati se applicati precocemente. La prevenzione della progressione dell’insufficienza cardiaca è quindi possibile grazie a questi strumenti di terapia. Tuttavia, la diagnosi corretta è fondamentale per poter applicare la terapia in modo appropriato. Per questo motivo, è importante attuare degli screening per individuare i pazienti a rischio e attuare interventi precoci.
[…] è fortemente sconsigliata anche per soggetti affetti da insufficienza epatica, renale e cardiaca. Ai pazienti con diabete di tipo 1, alle donne in gravidanza e allattamento e a tutti i soggetti […]