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Un esame del sangue per diagnosticare più di 50 forme di tumore

Un semplice prelievo di sangue potrebbe scovare la presenza di 50 tumori, anche prima che compaiano i sintomi. Questo il risultato di uno studio. Vediamo di cosa si tratta.

Il test è il risultato dell’ultima fase dello studio Circulating Cell-free Genome Atlas condotto dai ricercatori del servizio sanitario nazionale britannico. Una sperimentazione condotta negli ultimi mesi su migliaia di volontari del Regno Unito attraverso il Galleri Test, un test di screening del cancro al sangue sviluppato dalla società di biotecnologia Grail Inc, in California.

LO STUDIO

La società di San Francisco è nata esclusivamente con questo obiettivo, investire nelle biopsie liquide. Il dispositivo creato mira a individuare precocemente il cancro in individui asintomatici attraverso l’analisi del DNA circolante nel sangue. In particolare, si concentra sulla rilevazione dei segnali di tumori solidi comuni, come il cancro ai polmoni, al fegato, al pancreas, al colon e al seno, nonché su alcuni tumori ematologici, in tutto una cinquantina.

Queste mutazioni possono essere presenti nel DNA circolante rilasciato dalle cellule tumorali nel sangue e attraverso la tecnologia del sequenziamento del DNA possono essere identificate. Nello stesso tempo lo studio confronta le sequenze del DNA rilevate con un database di mutazioni note, associate al cancro.

Il test è ancora in fase di sviluppo e valutazione clinica e potrebbe richiedere ulteriori approvazioni prima di diventare ampiamente disponibile per la diagnosi del cancro. Intanto la sperimentazione britannica del test è stata condotta su 5 mila pazienti – con sintomi sospetti rivoltisi a ospedali e strutture sanitarie pubbliche d’Inghilterra e Galles – ed è la prima al mondo su un campione di questa entità.

STRUMENTO EFFICACE PER DIAGNOSI TEMPESTIVA

Il risultato, come riporta l’Ansa, è sorprendente: “ha prodotto diagnosi positive corrette in due terzi dei casi, come confermato in seguito con metodi tradizionali quali biopsie o ecografie. Aiutando inoltre i medici, nell’85% di questi, a identificare esattamente il punto d’insorgenza dei tumori. L’Università di Oxford, che ha partecipato allo screening, ha peraltro sottolineato che si tratta di un percorso di sperimentazione non ancora concluso, di “un work in progress” da completare con ulteriori studi e verifiche. Ma ha comunque espresso ottimismo sul fatto che si possa essere di fronte a uno strumento efficace in più per la diagnosi tempestiva di patologie oncologiche. Il 75% delle persone testate con risultato positivo aveva in effetti il cancro, stando ai numeri pubblicati. Mentre solo il 2,5% degli esiti negativi si è rivelato alla fine fallace e smentito con altri mezzi diagnostici dalla presenza d’un tumore“.

di Melania Sorbera

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