Home » Medicina nucleare: i traccianti radioattivi di ultima generazione utilizzati nella PET
Cos’è la medicina nucleare? La PET (tomografia a emissione di positroni) a cosa serve e quali sono i traccianti di ultima generazione. Per quali patologie viene usata?

I  TRACCIANTI RADIOATTIVI DI ULTIMA GENERAZIONE UTILIZZATI NELLA PET

La PET o tomografia a emissione di positroni, a cosa serve e quali sono i traccianti di ultima generazione. Ne parliamo con Arnoldo Piccardo, responsabile di Medicina Nucleare dell’Ente Ospedaliero Ospedali Galliera di Genova.


LA MEDICINA NUCLEARE

La medicina nucleare è una branca della medicina che fa uso di traccianti radioattivi o radiofarmaci per: valutare funzioni corporee; diagnosticare e trattare malattie. Telecamere speciali permettono di seguire il percorso di tali traccianti radioattivi.

 

PET, TOMOGRAFIA A EMISSIONE DI POSITRONI

La metodica prevalente è la PET, Positron Emission Tomography, ossia “tomografia a emissione di positroni“. Il decadimento dei traccianti usati nella PET genera particelle infinitesimali note come positroni.

Il positrone è una particella con una massa circa uguale a un elettrone ma di carica opposta. I positroni reagiscono con gli elettroni del corpo; quando queste due particelle si combinano, si annullano a vicenda. Questo processo produce una piccola quantità di energia sotto forma di due fotoni che vengono emessi in direzioni opposte. Il sistema di rilevazione della PET misura questi fotoni e usa tali dati per creare immagini degli organi interni.

 

PER QUALI PATOLOGIE VIENE USATA LA PET?

Ad esempio per il tumore alla prostata, per i tumori infantili e per la valutazione delle patologie neurodegenerative. Gli specialisti di medicina nucleare si occupano di un’ampia gamma di patologi: oncologia, cardiologia nefro-urologia, ortopedia, reumatologia (artropatie in genere e alcune affezioni dei muscoli scheletrici e dei nervi), neuropsichiatria.

 

QUALI SONO I RISCHI DERIVANTI DALL’ESPOSIZIONE DEL CORPO UMANO ALLE RADIAZIONI A BASSO LIVELLO?

L’approccio universalmente adottato prevede la massima cautela possibile, attraverso l’utilizzo della dose ragionevolmente più bassa possibile. Sulla base di questo principio il rischio associato al paziente è sempre il più basso possibile e deve presentare un rapporto rischio/beneficio favorevole.

 

QUAL È L’IMPATTO CLINICO DI QUESTI NUOVI TRACCIANTI?

Si useranno per diagnosticare il tumore prostatico, della vescica, del pancreas.

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