Home » Malattie croniche intestinali: quando si interviene con il trattamento chirurgico
Quando bisogna operare la colite ulcerosa e la malattia di Crohn? Quali tecniche si utilizzano? Qual è l’approccio tra terapia farmacologica e chirurgica?

MALATTIE CRONICHE INTESTINALI E TRATTAMENTO CHIRURGICO

Malattie croniche intestinali e trattamento chirurgico. Quando bisogna operare la Colite Ulcerosa e la Malattia di Crohn? Ne parliamo con Antonino Trovatello, direttore di Chirurgia generale dell’Ospedale Muscatello di Augusta.


 

MALATTIE INFIAMMATORIE CRONICHE INTESTINALI

Il termine malattia infiammatoria cronica intestinale (MICI/IBD) identifica patologie infiammatorie del tratto gastrointestinale dall’origine  sconosciuta, caratterizzate dalla loro cronicità e dalla tendenza ad indurre una significativa morbidità tramite molteplici recidive.

 

MALATTIE CRONICHE INTESTINALI: COLITE ULCEROSA E MALATTIA DI CROHN

La Colite Ulcerosa e la Malattia di Crohn sono entrambe malattie croniche che interessano l’intestino con caratteristiche diverse perché la Malattia di Crohn può interessare ogni tratto dell’apparato digerente, la Colite Ulcerosa, invece, interessa la parte finale del colon che si chiama retto. Quando l’infiammazione si verifica nel retto e nella parte inferiore del colon la condizione viene detta proctite ulcerosa.

A queste malattie possono associarsi delle manifestazioni di tipo extra-intestinali quindi che possono interessare le articolazioni, la cute e altri distretti del corpo.

La colite ulcerosa è una malattia infiammatoria cronica dell’intestino, che può causare sintomi quali diarrea, dolore addominale, sanguinamento rettale e perdita di peso. Il trattamento della colite ulcerosa dipende dalla gravità della malattia e dalla sua estensione nel tratto gastrointestinale.

 

QUANDO È NECESSARIO IL TRATTAMENTO CHIRURGICO NELLA COLITE ULCEROSA?

Il trattamento chirurgico nella Colite Ulcerosa è prescritto quando la terapia medica non è sufficiente a controllare i sintomi o quando si verificano complicanze, come sanguinamento grave o perforazione intestinale. Inoltre, in alcuni pazienti, la colite ulcerosa può aumentare il rischio di sviluppare il tumore al colon. e la chirurgia può essere raccomandata come misura preventiva quando:

  • la complicanza emorragica in cui l’emorragia diventa così severa che non la si riesce a trattare con terapia medica oppure quando falliscono tutti i trattamenti medici proposti con i farmaci tradizionali immunosoppressori e non si può più curare l’organo, allora bisogna operare.
  • Si presenta il megancolon tossico una complicanza che comporta una notevole distensione del colon con consequenze difficili e pericolose per la vita.

 

QUANDO È NECESSARIO IL TRATTAMENTO CHIRURGICO NELLA MALATTIA DI CROHN?

La Malattia di Crohn ha un percorso diverso e comporta complicanze come la formazione di un tessuto più rigido, la fibrosi che comporta un restringimento dell’intestino.

Con la terapia medica si tratta l’infiammazione ma quando questa comporta nella sua evoluzione la formazione di fibrosi essa non è più trattabile con la tradizionale terapia medica. Il paziente, in questo caso, va incontro ad un occlusione.

 

FATTORI DI RISCHIO AL TRATTAMENTO CHIRURGICO

La complicanza più severa è la formazione di fistole cioè l’intestino malato si perfora; questa è un’indicazione al trattamento chirurgico che non deve mai essere fatto in condizione di emergenza.

Altra problematica dovuta alla patologia è la difficoltà ad assorbire gli alimenti ingeriti; ciò comporta un grave deterioramento dello stato nutrizionale. Questo è un fattore di rischio in chirurgia.

 

QUALI TECNICHE SI UTILIZZANO PER LE MALATTIE CRONICHE INTESTINALI?

La tecnica più efficace è sicuramente figlia di un’accurata valutazione dello stato della malattia ovvero la pianificazione strategica in cui ha un ruolo fondamentale  l’entero risonanza magnetica.  L’intervento di un radiologo dedicato che faccia un disegno della malattia del paziente (la sua estensione, quanti sono i segmenti coinvolti).

Caratteristica della malattia di Crohn è infatti la segmentarietà, ovvero si alternano tratti dell’intestino malati a tratti sani. In questo caso si sospendono i farmaci laddove è possibile e si tratta il paziente con terapie per prepararlo all’intervento chirurgico in maniera tale di aver tolto il cortisone.

Per i pazienti con ostruzione causata da stenosi ci sono due opzioni di trattamento: la resezione di una parte d’intestino e la stricturoplastica. Inoltre, è possibile trattare molti casi di Malattia di Crohn con la tecnica mini-invasiva della laparoscopia.

 

L’INTERVENTO CHIRURGICO NELLE MALATTIE CRONICHE INTESTINALI QUINDI NON È RISOLUTIVO?

Il problema è che la malattia ritorna dopo pochi mesi e si può ritornare alla terapia medica ed è possibile che nel corso della vita questi pazienti vengano sottoposti ad ulteriori interventi chirurgici.

L’intervento deve essere realizzato in maniera dettagliata in quanto dobbiamo risparmiare l’intestino.

 

NELLA COLITE ULCEROSA C’È LA POSSIBILITÀ CHE IL PAZIENTE VENGA ESPOSTO A PIU’ INTERVENTI?

A differenza della malattia di Crohn, nella Colite Ulcerosa l’asportazione del colon e del retto guarisce la malattia.Questa tecnica si chiama proctocolectomia ed è un intervento di chirurgia maggiore che comporta la ricongiunzione dell’intestino creando una sorta di neo-retto con il piccolo intestino che non è esente da alterazioni funzionali.

La ricostruzione intestinale non sempre agisce in maniera perfetta. Il paziente è comunque esposto ad una emissione di feci più frequente durante la giornata.

 

I FARMACI BIOLOGICI HANNO RIDOTTO LA PROBABILITÁ DELL’INTERVENTO CHIRURGICO?

Anche i farmaci biologici hanno le loro indicazioni. Nel Crohn la necessità di intervento chirurgico rimane uguale.

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