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Speciale gravidanza: cos’è la gestosi e come si cura

La gestosi è un disturbo della gravidanza. Può comportare complicazioni alla mamma e al feto. Vediamo di cosa si tratta.

di Melania Sorbera

Cos’è la gestosi

La gestosi, nota anche come preeclampsia, interessa circa il 2-5% delle donne europee in gravidanza. Se non trattata può causare anomalie che influenzano lo scambio madre figlio e rallentare la crescita del feto, causare gravi danni agli organi della madre, in particolare al cervello, ai reni e al fegato.

Può anche evolvere in sindrome HELLP, caratterizzata da emolisi, aumento degli enzimi epaticitrombocitopenia.

Può comportare anche il distacco della placenta, nonché la morte di madre e bambino per emorragia. Le cause non sono ancora note, tuttavia, si ipotizza un’alterazione nello sviluppo della placenta e dei vasi sanguigni che la irrorano.

 

Fattori di rischio

Tra i fattori di rischio che predispongono alla sua comparsa, ci sono:

 

Quando e come si manifesta la gestosi?

Più frequentemente, la gestosi compare dopo le 24-26 settimane di gravidanza e si può verificare, seppure più raramente, anche nelle prime sei settimane dopo il parto.

Si manifesta con:

  • pressione alta
  • elevata presenza di proteine nelle urine
  • dolore addominale
  • nausea e vomito
  • forte mal di testa
  • alterazioni della vista
  • tremori alle mani
  • brusco aumento di peso, oltre 5 chili a settimana

 

La diagnosi

La diagnosi avviene tramite valutazione della pressione ed esecuzione di esami ematici e delle urine. Uno di questi è la valutazione della curva glicemica. I valori della curva glicemica in gravidanza sono considerati normali quando subito dopo l’assunzione della soluzione glucosata sono: fino a 95 mg/dl; dopo 60 minuti: fino a 180 mg/dl e dopo 120 minuti: inferiori a 155 mg/dl.

 

L’ecografia

Fondamentale anche l’esecuzione di un’ecografia per valutare il benessere e la crescita del feto, osservare i suoi movimenti, rilevare il suo battito cardiaco e verificare il flusso di sangue attraverso la placenta. L’unica cura risolutiva è rappresentata dallo stesso parto, mentre la prevenzione, non sempre possibile, si basa sul controllo dei fattori di rischio.

È comunque importante tenere sotto controllo la pressione sanguigna con farmaci antipertensivi e con la limitazione dell’apporto di sale nella dieta, anche dopo il parto.

 

Prevenzione

Per prevenirla vi sono alcune indicazioni, come ad esempio: oltre alla limitazione del sale nella dieta, appena detto, anche il contenimento dell’aumento di peso e l’assunzione di acido acetilsalicilico. Quest’ultimo è raccomandato in donne ad alto rischio di preeclampsia a partire dalla 12esima settimana di gravidanza fino al momento del parto, per diminuire il rischio di nascita prematura.

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